Il Metodo Scientifico Spesso Non Viene Applicato al Nuoto, ed è un Male

RichardR.Schunemann metodo scientifico applicato al nuoto

foto: RichardR.Schunemann

Il Metodo Scientifico Spesso Non Viene Applicato al Nuoto, ed è un Male

Da uno studio del Dr. Rod Havriluk pare che i dati e gli studi scientifici a disposizione di allenatori e atleti vengano sistematicamente e facilmente ignorati da chi dovrebbe tenerne conto e applicarli alla pratica quotidiana. Questo rallenta i progressi di chi si allena. Una delle cose che dimostrano il vantaggio che può dare l'applicaizone dei principi scientifici al nuoto è, ad esempio, la vittoria Olimpica di Lydia Jacoby. Per sapere chi è il Dr. Havriluk continua a leggere.

Scegliere gli elementi tecnici su cui lavorare affidandosi solo al proprio senso comune e alle convenzioni tradizionali è un'abitudine tanto diffusa quanto improduttiva. Molte persone (lo studio di Havriluk parla di statistiche americane) non si fidano della scienza nemmeno su temi "esistenziali" figuriamoci su quelli sportivi. Due esempi contemporanei di questa sfiducia nella scienza sono le reazioni diffusamente antiscientifiche ai problemi dei cambiamenti climatici e delle vaccinaizoni COVID. Forse un recente successo Olimpico da parte di una nuotatrice potrebbe persuadere la comunità del nuoto a fidarsi della scienza.

Il Dr. Rod Havriluk

Il Dr. Rod Havriluk è unoscienziato dello sport e un consulente specializzato nell'analisi della tecnica del nuoto. Il suoi ultimi ebook, per la serie “Avvicinarsi alla nuotata perfetta” (solo in lingua inglese), sono “La bracciata ottimale” e “nuotare senza dolore,” disponibili su swimmingtechnology.com

L'uso della scienza nel nuoto è ridotto al minimo

Sforntunatamente per il nuoto, e per chi nuota, la sfiducia nella scienza limita le prestazioi dei nuotatori e delle nuotatrici. Ci sono numerosissime scoperte scientifiche che possono aiutare chinuota ad andare più veloce in acqua e ciononostante vengono usate molto raramente. Un esempio? La misurazione di una tra queste tre variabili può fornirti informazioni che possono migliorare la tua performance in allenamento e in gara:

  • Variazione della velocità del corpo nel ciclo di bracciata
  • Forza propulsiva della mano
  • Indice di coordinazione

Una di queste variabili, la prima, ha argomenti fortissimi a favore dell'approccio scientifico rispetto al convenzionale nel merito della respirazione a Rana. Il risultato lo abbiamo vistoi nelle prestazioni Olimpiche di Lydia Jacoby che a Tokyo ha utilizzato una tecnica meno convenzionale/inefficace e più scientifica/EFFICACE.

Variazione della velocità del corpo nel ciclo di bracciata

Il recupero subacqueo della mano di Jacoby, ad esempio, utilizza un sistema elaborato dalla ricerca scientifica. Paragonando due diversi modi di nuotare a Rana, uno con il recupero delle mani sopra e uno con il recupero delle mani sotto l'acqua, si è scoperto che il primo è meno "economico". Ovvero presenterebbe una maggiore fluttuazione nella velocità di movimento del corpo in acqua durante la bracciata e un costo maggiore in termini di energia spesa (Vilas-Boas, 1996). Un altro studio (Leblanc, et al., 2007) ha verificato un sostanziale rallentamento del nuotatore quando il recupero delle mani avviene fuori dall'acqua e le mani stesse si posizionano per la fase di respirazione.

Recupero della mano

La diminuzione della velocità è dovuta ad un aumento dell'attrito e a una diminuzione della forza propulsiva. Se si confrontano biomeccanicamente le posizioni di due ranisti, uno con recupero sopra e uno con recupero sotto l'acqua ecco cosa vediamo.

La nuotatrice rappresentata nel riquadro superiore usa un recupero delle mani fuori dall'acqua. Il disegno nel riquadro inferiore rappresenta un recupero con le mani in acqua. Il cambiamento della posizione del corpo della nuotatrice in alto fornisce una base meno stabile alla bracciata (al fine di generare propulsione). In più si vede bene nel riquadri a destra come la posizione del corpo generi un attrito frontale molto maggiore (cioè una minore idrodinamicità del corpo).

Tutto questo si riflette anche nell'angolo che il busto crea con la superficie dell'acqua, guarda nell'immagine sottostante gli angoli di nuotatrici che recuperano le mani fuori dall'acqua in confronto a quello di Jacoby (ultima nuotatrice a destra). Si vedono inclinazioni di 70 o 60 gradi mentre Jacoby  riesce a mantenere 50 gradi! Minimo attrito e massima propulsione!

Il futuro della Rana "convenzionale"

Nella storia del nuoto, perché un'innovazione potesse diffondersi, c'è sempre stato bisogno che un nuovo ed efficace elemento tecnico fosse mostrato al grande pubblico da un nuotatore di livello mondiale. Da quel momento veniva poi accettato, dato per buono, per tutti gli allenatori. Questo per dire che la base scientifica su cui poggia un'innovazione, da sola, non è mai stata sufficiente a farsi spazio nella pratica del grande pubblico agonista. E spesso non è un bene perché a prevalere in gara sono invece quei nuotatori che, in anticipo sugli altri, applicano la scienza al loro modo di nuotare.

Puoi trovare questi ed altri interessanti articoli (solo in lingua inglese) su www.swimmingworldmagazine.com

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