5 grandi differenze tra acque libere e piscina

5 grandi differenze tra acque libere e piscina

Prima di buttarti a capofitto nella tua nuova passione, il nuoto in mare, ecco le 5 grandi differenze tra acque libere e piscina che devi conoscere! Ho completato questa lista attraverso interviste a fondisti, alla detentrice del record della manica Lynne Cox, a Paige Christie, e al capo allenatore del Team Santa Monica, membro dello staff allenatori Rio 2016, Dave Kelsheimer. Come potete capire è piuttosto attendibile.

1. Preparazione mentale

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Lynne Cox Nuota in acque libere. Photo Courtesy: Lynne Cox

La preparazione mentale è importante per entrambe le discipline, acque libere e piscina, ma prende forma in maniera diversa nell'uno e nell'altro caso. Cox ci dice come chi si allena per le gare in piscina possa avere dubbi sulla possibilità di raggiungere il tempo che desidera ma sia piuttosto sicuro di essere in grado di FINIRE la gara.

Questo è diverso se paragonato all'ansia del nuotatore in acque libere che deve anche fronteggiare la possibilità che la gara potrebbe non portarla a termine, o magari nemmeno iniziarla, a seconda della situazione.

Cox spiega così la differenza “Non si uò essere sicuri al 100% di completare l'attraversamento della manica o un'altra nuotata sulla lunga distanza. Inoltre, al contrario dei nuotatori da piscina che possono sempre giocarsela alla gara successiva, spesso chi nuota in mare ha una sola possibilità per ottenere il risultato che desidera.”

2. Preparazione fisica

Charlotte Webby during the 10km Open Water Race of the New Zeal;and Open Water Championships, Lake Taupo, New Zealand, Saturday 9 January 2016. Photo: Simon Watts/www.bwmedia.co.nz

Photo Courtesy: Simon Watts/www.bwmedia.co.nz/Swimming New Zealand

Così come ci sono differenze nella preparazione mentale ci sono anche in quella fisica. Nello stesso modo in cui l'allenamento per ogni distanza/stile è specifico, così anche in mare ci si allena diversamente a seconda della distanza da percorrere. Per gare fino a 10 Km Kelsheimer suggerisce agli atleti di  “prepararli come i 1500 [gara in piscina]– a seconda dell'atleta potrebbe essere necessario diminuire i tempi di recupero. Potrebbe essere necessario anche mantenere il carico di lavoro più a lungo mano a mano che la gara si avvicina”.

In aggiunta al carico di lavoro alcuni nuotatori di acque libere mettono alla prova la loro capacità di adattarsi a situazioni mutevoli. Christie, che si sta allenando per completare tutti e sette i livelli della nuotata degli 8 ponti, spiega che uno dei fondamenti della preparazione fisica è “mettersi sempre in situazioni scomode durante l'allenamento. In questo modo posso essere preparata a tutto quello che può succedere.”

Uno dei punti di fascino della nuotata in acque llibere è proprio l'imprevedibilità dell'ambiente che ti circonda, Christie è sicura che “niente mi spaventerà perché l'ho già simulato in allenamento e questo mi ha aiutato a sviluppare la capacità mentale per superarlo e arrivare al mio obiettivo.”

Alla fine dei conti la preparazione mentale in queste lunghe nuotate è più importante di quella fisica perché aiuta l'atleta a sopportare dolore e ostacoli durante la gara.

3. Preparazione emotiva

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Photo Courtesy: Paige Christie

Le emozioni possono avere influenze sia negative che positive sulla prestazione in gara. In piscina le reazioni emotive coinvolgono principalmente il successo o insuccesso di aver ottenuto in gara un certo tempo o posizionamento in classifica. In acque libere le emozioni prendono più facilmente forma come dubbio. Dubbio sulla prorpia capacità di portare a termine l'obiettivo prefissato anche in conseguenza del monte ore speso in allenamento.

Chi nuota in mare deve “essere a suo agio con sé stesso, trovare una determinazione interiore e la volontà di continuare anche quando le cose sembrano impossibili” dice Cox.

In questo modo i nuotatori possono utilizzare le proprie emozioni come una stampella per passare attraverso le parti peggiori della gara. Anche se le emozioni possono aiutare chi nuota, avverte Christie, “le emozioni improvvise possono confondere e rovinare anche il nuotatore più preparato. I dubbi che possono insorgere in questo senso possono essere combattuti solo da una preparazione costante.

Quando stai per andare  letto e sei da solo con i tuoi pensieri avrai delle sensazioni ben precise sul tuo allenamento. Allenati a sentirti inarrestabile e a sentirti un campione.” Dando la giusta attenzione alle proprie reazioni emotive durnte l'allenamento un nuotatore può imparare a controllarle in situazioni di stress, quando magari le cose non vanno come ti aspettavi.

4. Allenamento

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Dave Kelsheimer prepara i suoi nuotatori prima della gara nel lago Castaic in California. Photo Courtesy: Cathy Gomez

Kelsheimer, che allena sia fondisti che nuotatori da piscina, spiega che una delle più grandi differenze dell'allenamento è spostare la concentrazione sulla grande distanza da percorrere piuttosto che sulla velocità. Dice anche che “il problema con la quantità è che non ti rimane tempo per fare molto altro, quindi può essere difficile, se non impossibile, allenarsi per entrambe le discipline in maniera produttiva. Nonostante possa essere estremamente utile (per gli atleti più esperti) incrementare le distanze in allenamento, questo può anche portare effetti negativi se non si riesce a mantenere una buona forma tecnica quando si è affaticati e stanchi.

Kelsheimer raccomanda a chi passa ad allenarsi per acque libere: “lavorate molto sulla tecnica, sulla respirazione e sulla rilassatezza. Dovete essere estremamente consapevoli del vostro livello di fatica in ogni momento. Essere rilassati il più possibile per la maggior parte della nuotata/gara.”  In questo modo conserverete la tecnica corretta evitando infortuni anche sulle lunghe distanze.

5. Motivazione

Paige-Christie-Jump-English-Channel-2014. Open Water.

Paige Christie salta nel canale della manica. Photo Courtesy: Paige Christie

Infine, come si suol dire ultimo ma non ultimo, la ragione per cui le persone scelgono una disciplina invece che un'altra.

I nuotatori da piscina sono certamente motivati dall'amore per questo sport ma credo anche dal desiderio di ottenere un certo tempo o vincere una determinata gara. Queste "motivazioni esterne" giocano un ruolo importante come motivatori per chi nuota in piscina rispetto a quanto facciano con chi nuota in acque libere. Forse anche per un fatto di riconoscimenti anche da parte di chi non è incluso nella comunità dei nuotatori.

Al contrario i nuotatori di acque libere sono motivati dal desiderio di raggiungere un obiettivo o anche soltanto finire una nuotata. “I nuotatori di fondo in mare o lago sono spesso annoiati dagli ambienti regolamentati" dice Cox. “Cercano avventura e nuove esperienze.”

Un'altra caratteristica del nuoto in acque libere è che spesso affascina chi è ormai esaurito e stanco della piscina. Ti fornisce un contesto nuovo in cui mettere alla prova la tua capacità atletica. Capendo appieno la fonte della propria motivazione un nuotatore può allenarsi al meglio per raggiungere qualsiasi obiettivo, che sia il miglior tempo nei 50 Stile o l'attraversamento a nuoto del canale della manica!

di Abby Bergman

Qui trovi l'originale:

5 major differences between open water swimming and pool swimming

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